domenica 25 marzo 2012
52 WEEK PROJECT 11/52
Salutare per sempre un posto brutto come questo e sentire che dentro qualcosa va perso… che nulla sarà più uguale.
Sembra un edificio bombardato… io ci ho passato parte della mia vita. Naturalmente si trova nel quartiere più malfamato della città. Certe persone quando sentono che arrivo (anche) da lì mi guardano secondo me con questo dubbio “ma sarà stata una ladra, una drogata, una prostituta o cosa’”. Nella migliore delle ipotesi penseranno che infine mi sono riscattata. Pensino quello che preferiscono, non che la cosa mi interessi.
Però fa schifo pensare qualcuno etichetta una persona come “quella che viene da…”. D’altra parte esisteva un preciso disegno di emarginazione quando intorno al quartiere più misero hanno costruito case popolari per centinaia di famiglie. Centinaia, non decine. Tutte insieme appassionatamente.
Gli spacciatori con i drogati (nel garage vicino a quello di mia mamma vendevano la droga alla luce del sole, la pesavano e via..), le prostitute che partivano alle 22 della sera per il lavoro insieme alle donne con figli avuti da 2,3,4 uomini diversi e tutte storie disastrate. Ladri di professione. Miserabili. Alcolizzati. Madri bambine.
Ma anche famiglie comuni. Di gente che lavorava, si occupava della famiglia e cercava di schivare le “miserie” intorno.
Ecco io venerdì ho reciso il filo sottile che ancora mi legava a questo posto. Ma fa male. Perchè dentro ai muri scrostati, ai garage disuguali, all’incuria, la mia famiglia d’origine ha vissuto 34 anni. Una vita.
E a noi quell’appartamento all’ultimo piano, luminoso, ampio, con le pareti del salotto ricoperte da perline di legno messe da mio padre ed ancora perfette nonostante il tempo… mancherà. Ma.. si sa.. nulla è eterno.
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Bellissimo post.
RispondiEliminaEle
I cambiamenti hanno sempre una parte di felicità e una di nostalgia, anche quando sono in meglio, come in questo caso.
RispondiEliminaBellissimo post!
Cri hai scritto un bellissimo post, mi vedo in ogni singola parola che hai scritto, come tra l'altro quando dico che abito in provincia di Caserta..., non è da dove si viene, che si etichetta una persona, e chi lo fa è troppo pieno di se da non vedere chi c'è dall'altra parte e che bella persona c'è!!!
RispondiEliminaUn bacione grande grande!!!
Anna
Beh... credo che nonostante comunque tu abbia ricordi preziosi che si celavano tra le mura di quella casa, nonostante il disagio di dover essere etichettata a prescindere dal tuo essere.... non sia stato comunque un periodo facile della tua vita. Non per altro, perché ogni giorno occorreva tenere gli occhi aperti su una realtà scomoda, difficile da vivere, difficile da spiegare ai bambini. Difficile.... troppo difficile.... enormemente difficile......
RispondiEliminaSI POST MOLTO INTENSO.
RispondiEliminae tocchi un tasto molto coinvolgente. baci
E già,sono proprio brutte l'etichette no?Ci sono di tutti colori e a volte di gente che nemmeno ti conosce di persona!!Che dire?Povera gente!E salutare un pezzo di passato e tanto difficile,ma si va avanti,sebbene bisognerebbe darli un antibiotico all'anima!Bacione!
RispondiEliminaquanti ricordi belli e brutti rimangono nel cuore anche se vogliamo cercare di filtrarli a nostro piacimento. Io ricordo che in sala le perline sul muro hano 7 chiodi ogni una e che io e papà le abbiamo martellate per giorni, che la mia cameretta freddissima ha cambiato colore una infinità di volte dal bianco, al rosa, al lilla, al verdino; che un pipistello è entrato in casa una sera quando eravamo tutte in mutande in una calda estate; che quando ancora non c'era la strada asfaltata quando pioveva c'erano le sabbie mobili; che quando non avevamo il telefono andavamo alla cabina in due (paurose) per telefonare; che un manipolo di ragazzini impauriti che arrivavano da realtà diverse cercavano di restare a galla e non tutti ce l'hanno fatta; che quando si rompeva l'ascensore 7 piani erano infiniti; che l'autobus per la scuola passava alle 6,52; che quando c'erano le nebbie fitte non si vedeva nemmeno il cortile; che ho comperato una vespa senza una delle bandine laterali e dopo due giorni un "amico" me l'aveva trovata ....... tutto questo mi fa sorridere, il resto lo ricaccio negli angoli più bui e nascosti dove non possono far male. Giuly
RispondiEliminaIo penso sempre che non si giudica un libro dalla copertina!!! Hai ragione i cambiamenti fanno sempre sentire un po' tristi ma è anche bello poter iniziare una nuova avventura e quindi buttarsi a capofitto in tutto quello che ci riserva la vita. Immagino che spostarsi da un posto dove si è vissuti per 34 anni non sia facile e sicuramente quelle mura domestiche ti mancheranno ma l'importante è che non ti abbandonino mai i ricordi per fortuna quelli li possiamo portare sempre con noi nel nostro cuore.
RispondiEliminaFrancy
grazie per le dita incrociate ;)
RispondiEliminaè triste pensare di lasciare un pezzo di cuore in giro, legato a storie, vite, al passato..ma quando il cuore è grande, lo si sente come un lato positivo, poi!