Un titolone vero? ma se troverete 5 minuti per sedervi sulla mia panchina a leggere capirete che (purtroppo o per fortuna) questo è vero.
Premetto che sono mesi che devo fare questo post, mesi che ho in borsa una fotocopia fornita dalla mamma di un alunno della scuola che frequenta Alice che parla di questo argomento: le MANOVRE DI DISOSTRUZIONE PEDIATRICA.
Stasera alla Tv, a Superquark, c’era proprio un servizio su questo argomento, importantissimo e sul lavoro di diffusione di queste manovre a cura del dottor Marco Squicciarini e quindi ho dovuto decidermi. Dovuto, perchè, come vi dirò in seguito per me e per la mia famiglia è un argomento che riporta ricordi molto “pesanti”.
E’ capitato a tutti di trovarsi davanti a un bambino o un adulto con qualcosa che si è bloccato nelle vie respiratorie, un boccone, un rigurgito di latte o peggio… un piccolo oggetto. Nella maggior parte dei casi tutto si risolve con un grande spavento… ma a volte le cose si fanno molto molto serie. Fino a conseguenze terribili. Esistono però delle cose che possiamo imparare per provare a sbloccare la situazione facendo le cose giuste ma soprattutto evitando di fare delle cose assolutamente pericolose anche se istintive.
Il dottor Squicciarini sta portando avanti un’opera di informazione presso scuole, enti, comunità, per diffondere queste semplici nozioni che possono però davvero salvare delle vite.
Vi invito DAVVERO a visitare il sito, c’é la possibilità di avere del materiale (opuscoli, CD) utilissimo a tutti indistintamente. Fatelo anche se non avete bambini, anche se pensate di sapere già cosa fare, anche se credete che la possibilità che capiti a voi o a qualcuno vicino sia remota. Perchè questo non è VERO.
Alla mia famiglia è successo. Ad Alice è successo all’età di 23 mesi.
Per questo io ci tengo moltissimo. Per motivi diversi dalla nostra conoscenza di queste manovre Alice ora è con noi, ma il 16 giugno del 2006 ha ingoiato una forcina per capelli in metallo con un fiorellino.
Io vorrei evitare la cronistoria angosciante di quella sera, della notte e degli 8 giorni seguenti… dei primi terribili momenti… del grido di mio marito quando nostra figlia ha ingoiato la molletta (che sfido chiunque a mandare giù! lunga 5 cm con un fiorellino di 1 cm di diametro), dell’altra mia figlia che chiamava il 118. In realtà io avevo letto qualcosa al riguardo… e ho tentato una mezza manovra evidentemente non troppo efficace… poi mio marito ha fatto quello che NON bisogna fare e cioè tentare di estrarla con le dita… fatto si è che per fortuna mia figlia piangeva e urlava (credo più per le nostre grida che per altro) e respirava naturalmente e questo mi ha un minimo… dico un minimo, fatto sperare.
Poi è stata tutta un’attesa… prima l’ambulanza, poi un’altra più attrezzata… poi al Pronto Soccorso (tutte le brutte parole che conoscete rivolgetele pure a qualcuno che quella sera ci ha fatto aspettare quasi 2 ore per una radiografia leggermente urgente… lasciandoci in coda rispetto a persone con diagnosi assolutamente meno serie e che si erano offerte di lasciarci il posto per le radiografie), poi al tentativo di recuperare l’oggetto in endoscopia… ore eterne. Dopo 5 ore di ospedale mi hanno restituito la mia piccolina anestetizzata e con la molletta ancora in pancia perchè i due tentativi erano falliti e l’oggetto era sceso in “sede digiunale”. Era avvolta in un telo da sala operatoria verde ricordo, erano le 3 di notte… ci hanno portato in reparto e per rassicurarci ci dicevano “vedrete che domani esce naturalmente..”. Ma loro non conoscevano il metabolismo di mia figlia mentre noi si.
E per chiudere questo resoconto velocemente, dopo 8 giorni di attesa (di clisteri…) ma soprattutto di paura che questa molletta, che aveva anche degli spigolini appuntiti, potesse danneggiare qualche organo o tessuto all’interno o si bloccasse in un punto dell’intestino dove questo si restringe o fa un’ansa particolarmente stretta… (sinceramente non ricordo)… ebbene la molletta è uscita per l’unica via possibile a quel punto… ed evitando l’intervento chirurgico che ormai era quasi scontato.
MAI scorderò l’espressione di mio marito, che aveva ispezionato l’ennesimo pannolino, con le lacrime agli occhi e la molletta in mano che mi gridava “è uscita!!”
A noi è andata bene…alla fine. Ma non perchè all’epoca fossimo preparati, fortuna, destino, io non ve lo so dire… però adesso io so cosa si deve e cosa non si deve fare. E credo tutti noi dovremmo saperlo.
Per questo ho scelto di raccontare (parte di) quello che ci è successo. In realtà è un avvenimento molto intimo che ha lasciato un segno in tutti noi 4, anche in Alice che era così piccola. Se lo leggete è perché la volontà che a nessuno capiti o di limitare le conseguenze è più forte di quella di preservare la privacy della mia famiglia in quel frangente.