giovedì 26 agosto 2010

LA PANCHINA


Questa mattina mi è successa una cosa, e dato che io non credo al caso sono convinta che abbia un senso e molto profondo per questo la metto sul mio blog, per condividerla con voi come mostro le mie cards, o i miei lavori o le mie idee creative.


Sono arrivata al lavoro con 15 minuti circa di anticipo (per trovare parcheggio vicino altrimenti bisogna camminare 8/10 minuti e con questo caldo vorrei evitarlo). Sul marciapiede davanti all'entrata c'è una panchina. Mi sono seduta. E' nella via principale del paese. Ero assorta nei pensieri "pesanti" delle mie mattine... quando non ho fiato, quando ci metto ad ingranare, quando le energie sono estremamente scarse.... da un portone, di fronte a me, esce un uomo che io non conosco. Sessanta anni circa,bianco di capelli, in canotta e pantaloncini... come si fosse appena alzato dal letto. Si appoggia a muro. Fuma una sigaretta. Mi guarda e mi dice "La vedo seria... o è sempre così?" Io rispondo "Ah no, eh che la mattina è un po' dura iniziare...." convinta che la conversazione al massimo volgerà al tempo o al traffico.

"Anch'io - mi dice lui - è per via di queste" e mi mostra la sigaretta. Continua "lo so che mi stanno rovinando i polmoni e non riesco a smettere... e alla mattina è proprio dura. Sono fuori che aspetto l'infermiera dell'assistenza a domicilio che venga a fare un prelievo a mia madre" che quindi deve essere anziana e impossibilitata a muoversi, deduco.

Gli racconto "Avevo iniziato a leggere un libro di un filosofo/pensatore di cui non ricordo il nome il quale sostiene che i nostri vizi li abbiamo coltivati, cresciuti e dato loro forza noi stessi e che allo stesso modo dovremmo riuscire a liberarcene se tentano di sopraffarci o di nuocerci"... lui concorda con me ma mi dice che ha provato per anni e non riesce a farne a meno. "Sa - continua - c'è un po' di droga qua dentro". Si, penso io si chiama nicotina non sarà una droga ma procura sicuramente dipendenza.

Passa tra di noi un signore sui 70 anni, alto, distinto, un po'curvo sulle spalle, con una cartellina medica in mano ed un cappellino con la visiera in testa. Il signore con la sigaretta lo saluta "Ehilà ingegnere... come va?". Risponde scuotendo leggermente la testa "Eh... insomma... avanti finchè si può". Prosegue l'altro "Su, su sono battaglie che bisogna vincere queste...". L'ingegnere sorride amaramente: "Certo che bisogna vincerle... altrimenti..." e prosegue per la sua strada.

Intanto arriva una mia collega abbronzatissima ed elegante ed il fumatore le dice "Ecco qui una bella mora!" (guardando me color latte), lei risponde andando ad aprire "Sono stata al mare!" e taglia corto entrando.

Arriva l'infermiera dell'assistenza domiciliare ed il signore scompare con lei all'interno del portone.


Riflettevo: ho passato 10 minuti della mia vita seduta su una panchina che vedo tutti i giorni ed ho incontrato almeno altre 2 vite, 2 storie, 2 persone ognuna con un passato, un presente,forse un futuro, ognuna con un modo di porsi, ognuna con delle battaglie da affrontare. Ma forse i personaggi erano di più: c'era una donna anziana da curare, forse anche l'infermiera che è arrivata aveva un peso dentro per qualche pensiero, qualche preoccupazione... e alle volte viviamo a una velocità che non ci permette nemmeno di vederle le persone che abbiamo vicino, tantomeno di parlarci.


Non c'è una morale, non è nemmeno un racconto divertente... è quello che mi è successo e a me ha lasciato un segno... nel cuore...

9 commenti:

  1. Bello il tuo racconto.. e hai ragione.. siamo sempre così di corsa.. che alle volte.. non "viviamo" fino in fondo ciò che abbiamo intorno a noi.. peccato.. dovremmo tutti rallentare un pochino i nostri ritmi.. si vivrebbe sicuramente meglio e "di più"..

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  2. parole sante... chi taglia corto come la tua collega si perde un mondo... un mondo di persone tutte diverse tra loro... con vite, esperienze etc... non c'è crescita senza l'apertura al mondo!
    ciao amica

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  3. Cris come hai ragione..siamo sempre di corsa e non sappiamo neanche verso dove..Sai, mi rimane sempre impressa una frase (che mi scuso ma non ricordo chi l'ha detta) che la vita è quella cosa che succede mentre stiamo facendo altro...e credo sia vero!
    Grazie per questo post!
    Ciao lili

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  4. E' vero,è successo anche a me ed è come scoprire tutto d'un tratto che non esistiamo solo noi...grazie per questo pezzetto di vita che hai voluto condividere. ty

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  5. Concordo pienamente con te e le altre ragazze.... a me capitava quando lavoravo un pò lontano da casa e facevo un' ora e mezza di bus x arrivare... guardavo le persone e vedevo chi era felice, chi triste...insomma più di 6 miliardi di persone al mondo e pochissimo tempo e a volte voglia (vedi la tua collega!) per poterle conoscere....

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  6. capisco molto bene cosa vuoi intendere...io addirittura arrivo a cercare di immaginare le vite, quando guardo una finestra illuminata o quando sento il suono di una tv accesa passando sotto un'altra finestra lungo una strada qualsiasi....pero' non è vero che non c'è una morale nel tuo racconto, io la vedo eccome...tu come me e come tanti altri , hai almeno per un attimo penetrato la viat, la tua collega , viaggiante alla velocità della luce fa vedere come si diventa vuoti e banali , si glissa su cose persone chiacchiere semplici , ha tagliato netto ed è passata oltre. noi nn passiamo oltre, noi ci fermiamo a annusare la vita

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  7. MITICA....TU...e mitica la panchina!
    Un sorriso, 4 parole e cambia la giornata...ma bisogna averne il tempo e soprattutto la voglia....

    Prima non avevo mai tempo...adesso mi PRENDO tutto il tempo necessario!
    Un abbraccio
    Antonella

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  8. Bellissimo racconto, bellissime e difficili storie di vita quotidiana.
    Un abbraccio,

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  9. Che bel racconto...grazie per averlo condiviso...
    A volte la vita va così di corsa che ci dimentichiamo di ascoltare e vedere gli altri...è bello che ogni tanto qualcosa ci ricordi cosa rischiamo di perdere...

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Chi passa di qui scrive...(purtroppo ho dovuto togliere la possibilità per gli anonimi a causa di troppo spam...)